La compagnia Tabula rasa presenta al chiostro di Santa Maria in Organo da oggi sino a domenica (alle 21.15) «Il peso soffocante di una piuma», tratto da «I giorni dell'ira» di Paolo Crepet e Giancarlo De Cataldo. Il monologo, interpretato da Sara Callisto (musiche originali composte dal gruppo Single) e diretto da Giancarlo Dalla Mura è la storia di un matricidio. Scritto da uno psichiatra e da un magistrato racconta i pensieri del protagonista, il suo ripensare - mentre si trova agli arresti domiciliari - a quello che gli è successo. Giancarlo Dalla Mura ha scelto nei confronti della vicenda un atteggiamento di neutralità, che evita sia il giustizialismo che l'eccessiva comprensione e lascia la valutazione allo spettatore.La compagnia Tabula rasa presenta al chiostro di Santa Maria in Organo da oggi sino a domenica (alle 21.15) «Il peso soffocante di una piuma», tratto da «I giorni dell'ira» di Paolo Crepet e Giancarlo De Cataldo. Il monologo, interpretato da Sara Callisto (musiche originali composte dal gruppo Single) e diretto da Giancarlo Dalla Mura è la storia di un matricidio. Scritto da uno psichiatra e da un magistrato racconta i pensieri del protagonista, il suo ripensare - mentre si trova agli arresti domiciliari - a quello che gli è successo. Giancarlo Dalla Mura ha scelto nei confronti della vicenda un atteggiamento di neutralità, che evita sia il giustizialismo che l'eccessiva comprensione e lascia la valutazione allo spettatore.
«La parola pronunciata sul palcoscenico non ha etica, né vuole averla», spiega, «e quindi non condanna né assolve. E' la "non intenzione" di voler prendere una posizione, non schierandosi però, con chi troppo facilmente ed affrettatamente vorrebbe solo condannare»Siamo in epoca di carenze di valori oggi, dicono gli autori, perciò «abbiamo ancora bisogno dei mostri per rasserenarci» e «buona parte di una palpabile e disagevole inquietudine - di cui i più sensibili soffrono e che i più cinici rimuovono - risiede proprio in una progressiva incapacità a distinguere tra il bene ed il male: una forma devastante di carenza di norme sociali etiche che impedisce a molti perfino di comprendere il senso delle nostre relazioni affettive e dei nostri comportamenti individuali».
«Forse è anche per questo», concludono, «che psichiatri e magistrati si trovano sempre più spesso a interpretare e a giudicare atti che nascono e si mimetizzano in una silenziosa e patologica normalità».Nessuna retorica dunque nello spettacolo dei Tabula rasa che affida l'intera messa in scena al potere evocativo ed epico della parola con una scenografia praticamente inesistente e musiche che se qualche volta paiono apparentemente fuori luogo, hanno la funzione di amplificare, appunto, solo la parola pronunciata.