Recensioni

Le baruffe chiozzotte - 31 agosto 2002

Articolo di Michela Pezzani pubblicato sul quotidiano "L'Arena" di Verona il 31 agosto 2002.

 

Hanno la lingua lunga e basta un niente a provocarle. Quando poi quel «niente», si fa per dire, è materia che porta i pantaloni allora la disputa diventa feroce e nulla può tener la briglia delle donzelle. Al Chiostro di Santa Maria in Organo per la rassegna «Teatro nei cortili» la compagnia Tabula Rasa ha messo in scena con successo e ottima affluenza di pubblico la commedia di Carlo Goldoni «Le baruffe chiozzotte» per la regia di Giancarlo Dalla Mura: uno spettacolo all'insegna della verve femminile nel quale appunto le popolane, in bei costumi realizzati da Elettra Guidi, sono sale e pepe della vicenda e l'ago della bilancia nel pesare la personalità dei maschi e della femmine messi a confronto quando è la gelosia a farla da padrona e la necessità di una dote per potersi farsi sposare. La brillante commedia di conversazione è stata ottimamente interpretata dai valenti attori della Tabula Rasa che sotto la guida del bravo regista hanno tirato fuori le unghie in una dinamica, omogenea e frizzante messa in scena che non sfilaccia ma fa l'orlo alle battute con tutto il cast all'insegna delle «pari opportunità recitative» ottimamente rispettate.Hanno la lingua lunga e basta un niente a provocarle. Quando poi quel «niente», si fa per dire, è materia che porta i pantaloni allora la disputa diventa feroce e nulla può tener la briglia delle donzelle. Al Chiostro di Santa Maria in Organo per la rassegna «Teatro nei cortili» la compagnia Tabula Rasa ha messo in scena con successo e ottima affluenza di pubblico la commedia di Carlo Goldoni «Le baruffe chiozzotte» per la regia di Giancarlo Dalla Mura: uno spettacolo all'insegna della verve femminile nel quale appunto le popolane, in bei costumi realizzati da Elettra Guidi, sono sale e pepe della vicenda e l'ago della bilancia nel pesare la personalità dei maschi e della femmine messi a confronto quando è la gelosia a farla da padrona e la necessità di una dote per potersi farsi sposare. La brillante commedia di conversazione è stata ottimamente interpretata dai valenti attori della Tabula Rasa che sotto la guida del bravo regista hanno tirato fuori le unghie in una dinamica, omogenea e frizzante messa in scena che non sfilaccia ma fa l'orlo alle battute con tutto il cast all'insegna delle «pari opportunità recitative» ottimamente rispettate.L'ambiente prende forma proprio attraverso un dialogo incessante e incalzante che da verbale si trasforma in plastico ed anche se «Chiozza» è più suggerita che descritta, acquista rilievo proprio attraverso la nobiltà del vernacolo e dei suoi risvolti virtuosistici dalla cadenza musicale centrando in pieno l'obiettivo di Goldoni di far risaltare nella storia non tanto l'ambiente, ma gli animi, o meglio il moto d'animo che di battuta in battuta, tra orgoglio offeso, cocciutaggine, litigi amori, rabbia, contrasti e dispetti, trionfa in un lieto fine confermando il motto universale che recita «senza azione non si ottiene nessun risultato» e tanto meno in una piccola cittadina di pescatori e di alacri ricamatrici al tombolo, tanto alacri quanto il loro temperamento.

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