Recensioni

Arlecchino servitore di due padroni - agosto 2004

Articolo  pubblicato sul quotidiano "L'Arena" di Verona in agosto 2003.

 Arlecchino, giocoliere dall'animo candido

Non "caratteri" ma personaggi di grande carattere. Non semplici maschere ma esseri umani, persone vive con un cuore che batte e sentimenti vivi. Al Chiostro di S. Maria in Organo (sempre nell'ambito della rassegna Teatro nei Cortili) la compagnia teatrale Tabula Rasa ha portato in scena uno dei capolavori di Carlo Goldoni, quell'Arlecchino servitore di due padroni che risulta tra le commedie più rappresentate in Italia, oltre che rappresentare una sorta di rivoluzione del teatro non solo veneziano ma mondiale.Non "caratteri" ma personaggi di grande carattere. Non semplici maschere ma esseri umani, persone vive con un cuore che batte e sentimenti vivi. Al Chiostro di S. Maria in Organo (sempre nell'ambito della rassegna Teatro nei Cortili) la compagnia teatrale Tabula Rasa ha portato in scena uno dei capolavori di Carlo Goldoni, quell'Arlecchino servitore di due padroni che risulta tra le commedie più rappresentate in Italia, oltre che rappresentare una sorta di rivoluzione del teatro non solo veneziano ma mondiale.
Giocoso, astuto come un gatto, giocoliere dalle molteplici sfaccettature e capace di cadere sempre in piedi come fanno i felini se li lanci nel vuoto, Arlecchino ha fatto da perno a un'opera dalle molteplici chiavi di lettura. Un'opera che il regista Tiziano Dal Bianco ha affrescato con estro mettendo in evidenza dell'"ingenuo malandrino", candido e scaltro al tempo stesso, il lato più intimo, ovvero il fanciullino che si nasconde nei puri di cuore e incarna l'eterno bambino che è in noi.
Pulita i impianto scenografico, minimalista e all'antica, così come la si vedrebbe dipinta in un quadro del pittore lagunare Pietro Longhi, la rappresentazione si è avvalsa di un valente cast e di un'ottima messa a punto visiva oltre che recitativa. Le nitide luci di Giorgio Mafficini e Giancarlo Dalla Mura hanno dato ristalto ai bei costumi di Imperia Pontarollo, cromatici e "vissuti" tanto da dare al quadro generale della recita quella patina "storica" della tipica storia di costume.
Il teatrino dal vivo, dunque, ha preso vita con spontaneità come un carillon di episodi tenuti saldamente insieme dal supporto della musica dal vivo, eseguita dal gruppo popolare CANTAFILO', sistemato sotto il palcoscenico ed eloquente nel sottolineare un intreccio non fatto di semplici siparietti, ma solido e vibrante.
La bravura dell'attore Roberto Macchi, nel ruolo di Arlecchino, ha conquistato il numeroso pubblico ed anche i bambini presenti nel cortile hanno apprezzato a gran voce con risate ed esclamazioni, e la bollente mimica e le peripezie del bizzarro "cameriere" dalla parlata imprevedibile e lo sguardo sincero.

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