Recensioni

La sconcertante Signora Savage - agosto 2009

Articolo pubblicato sul quotidiano "L'Arena" di Verona in agosto 2009.

 Il confine sottile fra normalità e sfrenata follia, pièce scoppiettante

Qual è il confine tra la normalità e la pazzia? E quando ci si può definire normali? E qual è la differenza tra il bene e il male?Qual è il confine tra la normalità e la pazzia? E quando ci si può definire normali? E qual è la differenza tra il bene e il male?
Questi sono alcuni degli interrogativi che scaturiscono dalla visione della commedia in due atti La sconcertante signora Savage, allestita dalla compagnia Tabula Rasa al chiostro di Santa Maria in Organo, per la rassegna «Teatro nei cortili». Un'opera scritta negli anni '50 da John Patrick che ha visto per la prima volta alla regia il giovane Diego Gianesini, ex attore della compagnia Tabula Rasa.
Una pièce esilarante e scoppiettante, non la classica commedia degli equivoci, con porte che si aprono e si chiudono e battute taglienti, ma una rappresentazione garbata che a distanza di cinquant'anni conserva ancora una certa attualità.

Il vero significato, profondamente etico, de La sconcertante signora Savage è mascherato dietro un'ilarità giocosa ma mai demenziale. Le risate sono contate, soprattutto nel primo tempo, dove i dieci personaggi poco alla volta cominciano a rivelare il loro carattere, mentre nel secondo atto la commedia prende un po’ di sprint. Il ritmo aumenta, e le personalità, ben costruite e studiate, di ciascun interprete cominciano a emergere. Eccentricità e caratterizzazione dei personaggi sono i punti cardine di questa sottile commedia basata sull'arte dell'incontro e sulla possibilità di trovare in altre persone quel conforto che i parenti sottraggono. È soprattutto dentro la famiglia che si annidano le maggiori frizioni fino ad arrivare ad uno scontro finale. Questo è quello che accade alla signora Savage, ricca vedova, che si ritrova richiusa all'interno di una clinica, perchè ai ferri corti con i figli per sue scelte stravaganti.

Sofisticate e curate sia le scenografie che i costumi, tipici degli anni '50, eccentriche le interpretazioni di ciascun personaggio.

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