L'acqua non ferma il pubblico che assiste alla "prima" riparandosi sotto al porticato
L'acqua non ferma il pubblico che assiste alla "prima" riparandosi sotto al porticato
Recitando sotto la pioggia
Dopo il successo di pubblico nel “Cyrano de Bererac” nell’acqua con il Punto in Movimento a Villa Scopoli, l’attore e regista Solimano Pontarollo della compagnia Tabula Rasa ha una certa dimestichezza con l’elemento liquido. Non si è lasciato spaventare, perciò, dal maltempo che, l’altra sera, ha imperversato sul Chiostro di Santa Maria in organo dove,per la rassegna “Teatro nei cortili” è andato in scena il monologo “Peste! Processo agli untori”, la rievocazione storica in chiave universale de “La storia della colonna infame” di Alessandro Manzoni. Pontarollo non ha battuto ciglio e, imperterrito ha recitato sotto la poggia battente (quasi un segno di purificazione).La perturbazione ha fatto capolino proprio alle 21, pochi istanti prima della recita e al pubblico che non manifestava alcuna intenzione di andarsene, Pontarollo ha detto “Ho un’idea. Se volete, potete portare le sedie sotto il porticato e io inizierò lo spettacolo”. E così è stato. La gente ha subito accolto la proposta e, sistemate le seggiole, ha assistito con emozione alla performance con Pontarollo impegnato nella recitazione sotto il rovescio incessante.
Sul palco gli elementi scenici erano pochi ma efficaci: la fatidica colonna fredda e subdola, un tavolinetto con gli strumenti di lavoro, un leggìo, una sedia, un candelabro a tre fiamme e un metronomo messo in funzione a diverse velocità e utilizzato come battito cardiaco e unità di misura dello scorrere degli eventi di quella maledette estate lombarda del 1630. Fu allora che Milano divenne drammatico palcoscenico del crudele morbo pestilenziale del quale furono accusati, condannati e uccisi barbaramente uomini innocenti, additati dall’ignoranza della gente e dalle maldicenze di essere “infami untori”, ossia spargitori, con tanto di pennello, del mortale bacillo sulle porte delle case.
Pontarollo ha firmato a quattro mani, insieme a Renzo Gasparella, la regia di questo interessante recital con i quadri scenici di Enrica Brizzi, la ricerca musicale di Giancarlo Dalla Mura e il disegno luci di Alberto Costantini. L’intenzione è quella di rendere un orrendo capitolo della nostra storia un motivo di riflessione sulla contemporaneità che, in quanto a esempi di iniquità umana, purtroppo si distingue, è riuscito in pieno, suscitando nel pubblico più di una chiave di lettura.Un argomento non proprio dei più leggeri che sui banchi di scuola gli studenti hanno dovuto leggere per obbligo e che il teatro è riuscito a trasformare in libera scelta proponendo una pagina di letteratura “da interrogazioni ed esame di maturità” in moderno messaggio di libertà e di lotta contro l’ingiustizia.