Reso al meglio il testo di GrahamReso al meglio il testo di GrahamPer Tabula Rasa applausi di un folto pubblico, accorso nonostante l'afa al Chiostro di S.Maria in Organo
Quelle trasparenti poltrone gonfiabili sulla coloratissima scena del cortile di S. Maria in Organo ci danno un notevole aiuto per circoscrivere "Il colpo della Strega" della Tabula Rasa in un'immagine immediata e concisa. Leggerezza, volatilità, lievità, l'inconsistenza vuota delle poltrone tra le pareti che dividono gli ambienti di questa pochade-vaudeville di John Graham, solleva la vivace impalpabilità della trama, soffia sui personaggi lasciandoli appesi solamente alla funzione-ingranaggio del loro ruolo in questo impeccabile orologio della risata.E mentre soffia sulla gremita platea un benefico venticello estivo, nell'aria si librano anche le parole svuotate e quindi ambigue, dal doppio senso, bugiarde.Vola una trottola di situazioni che svolazzando in un etere di corna, amanti, tradimenti e appuntamenti, incessantemente decentrano l'attenzione trasportandoci su, su, alti, fuori dal quotidiano, dentro il gioco.E' dunque un imprevedibile divertimento in crescendo, questo nuovo lavoro della Tabula Rasa, con l'amante di Sally, un famoso presentatore, bloccato in bagno dal colpo della strega, con il marito della ragazza che rientra in casa inaspettatamente, mentre inopportunamente aveva promesso l'appartamento ad un amico per un caldo week-end con la hostess: svampita australiana (Caterina Polla) che nel frattempo gironzola pericolosamente nel nido domestico. E poi un accordatore cieco noir (Roberto Macchi), un medico e la virile responsabile immagine della BBC (Alessandra Adami) ad allargare a macchia d'olio la nevrosi delle incertezze, dei dubbi e delle finzioni.La regia di Tiziano Dal Bianco, nella parte anche dello stralunato medico, soffia sulla paglia della frenesia, sul ritmo incandescente delle classiche porte che si aprono e si chiudono intrecciando i movimenti tra le tre fatidiche stanze dell'imbarazzo amoroso: il bagno, l'ingresso e il salotto. E la spiritata Sally di Sara Callisto, tra l'isteria del Leonard di Solimano Pontarollo e l'irritato Peter di Francesco Dalla Riva, eccita l'ingarbugliarsi del groviglio narrativo trascinando e forzando la già vistosa esuberanza del tutto.Merito di una cartoonesca e sgargiante scenografia, l'eccentrico che corona oggetti privi di consistenza, tanto che di fatto si sbagliano le valigette tra telefoni a forma di gatto e caffè confusi per tè o cioccolate. Ma merito soprattutto della tenuta ritmica dell'ensemble deciso, teso e forzatamente sostenuto fino alla fine. Veri dunque gli applausi dei veronesi, accorsi in molti nella canicola del chiostro che ospiterà il gruppo fino al 28 agosto.