Partendo da Shakespeare secondo Kenneth Branagh il regista Dalla Mura riesce a fondere finzione e realtàPartendo da Shakespeare secondo Kenneth Branagh il regista Dalla Mura riesce a fondere finzione e realtà
Del potere catartico delle rappresentazioni già parlavano gli antichi greci, e quando Kenneth Branagh ha realizza il film "Nel bel mezzo di un gelido inverno", ha voluto proporre una operazione di tal genere. Su questa strada lo ha seguito la compagnia Tabula Rasa, adattando la pellicola al palcoscenico del Chiostro di Santa Maria in Organo, dove ha debuttato l'altra sera, di fronte ad un discreto pubblico, con "$hakespeare" ($ barrata come fosse.. un dollaro).
Si tratta delle prove di un raffazzonato gruppo di attori, scritturati da un regista che intende rappresentare AMLETO in una chiese sconsacrata, che sta per essere trasformata in un centro commerciale. I proventi dello spettacolo la riscatteranno da tale fine. Renzo Gasparella ha riscritto il testo ispirato al film, costruendo una commedia che riesce a fondere brani di Amleto con brandelli della vita degli attori, i quali nell'interpretazione del loro personaggio troveranno motivi di liberazione da angoli oscuri della loro esistenza. Il punto di forza è nell'aspetto comico, nell'ironia di fondo che sdrammatizza i vari temi e nel ritmo ben cadenzato e sostenuto da tutta la compagnia, grazie alla regia spigliata di Giancarlo Dalla Mura.
I temi toccati non sono da poco: quello della morte, della perdita che tocca Nina-Ofelia, giovane vedova di un pilota d'aereo, impersonata da Laura Nicolini, che con sapienza varia i registri interpretativi. O quello dell'omosessualità nascosta di Beppe. Non potevano mancare le depressioni e le nevrosi di Victor-Amleto, interpretato con scioltezza e brio da Solimano Pontarollo e quelle della sorella Sara, di Laura Dal Bianco. E poi ci sono il cabarettista Tommaso, con la passione per gli accenti stranieri (il simpatico Giuseppe Brazioli), l'indecisa costumista Fanny (Cristina Bonani), l'insicuro Loris (Marco Piccoli) che tagliano l'aria con la disincantata ironia delle situazioni comiche che creano.
Le scene, che rappresentano i contorni di una chiesa dove prova la compagnia, sono pulite e funzionali e le musiche (che vanno dal Peer Gynt al tema di "Titanic") creano un commento sonoro azzeccato. Numerosi applausi, anche a scena aperta, nelle due ore di spettacolo.